Chaconne, Ciaccona italiana, brano strumentale solista che costituisce il quinto e ultimo movimento della Partita n.2 in re Minore, BWV 1004, di Johann Sebastian Bach. Scritto per violino solo, il Chaconne è uno dei pezzi interamente solisti più lunghi e impegnativi mai composti per quello strumento.
Le composizioni per archi di Bach, tra cui una mezza dozzina di partite e sonate per violino solo, furono composte tra la fine del 1710 e l’inizio del 1720, mentre Bach era impiegato alla corte di Köthen, in Germania. Fu un periodo di grande libertà e creatività per il compositore.
La Chaconne costituisce di gran lunga il movimento più lungo del pezzo, costituendo circa la metà dell’intera partita. Si basa sulla forma di danza barocca nota come chaconne, in cui un tema di base dichiarato all’apertura viene poi riproposto in diverse varianti. Nella Chaconne di Bach, il tema di base è di quattro misure lunghe, brevi e abbastanza semplici da consentire 64 variazioni. Da uno stato d’animo severo e dominante all’inizio, Bach aumenta gradualmente la complessità del suo tema, mescolandosi in vari effetti compositivi. Alcuni colpi di scena sul tema sono spaziose e grandi; altri fluiscono agilmente. Corse veloci e grandi salti di intervallo sono frequenti, che richiedono molta destrezza da parte dell’esecutore. Bach invoca anche cambiamenti nell’intensità emotiva, poiché alcune variazioni sono dominate da note lunghe e altre da molte note brevi più urgenti. Bach costruisce il suo lavoro su 256 misure, ribadendo infine il tema alla fine con nuove armonie ancora più forti.
Un secolo e mezzo dopo che Bach compose il pezzo, Johannes Brahms scrisse:
La Chaconne è per me uno dei pezzi musicali più meravigliosi e incomprensibili. Su un unico pentagramma, per un piccolo strumento, l’uomo scrive un intero mondo dei pensieri più profondi e dei sentimenti più potenti. Se dovessi immaginare come avrei potuto fare, concepito il pezzo, so per certo che l’eccitazione travolgente e la soggezione mi avrebbero fatto impazzire.