Nella sua carriera di paleoantropologa, Mary Leakey ha fatto alcune scoperte notevoli. Scoprì il primo teschio Proconsolare, uno dei primi ominoidi conosciuti. Ha trovato impronte di ominidi a Laetoli che si pensa abbiano 3,6 milioni di anni. E ha portato alla luce il “cranio di Zinjanthropus”, uno dei fossili più famosi nel sito nord della Tanzania chiamato Olduvai Gorge.
Da quando Leakey e suo marito Louis hanno scoperto le ricchezze della Gola nel 1959, Olduvai è diventato uno dei siti paleoantropologici più importanti del mondo. Nel 1979, è stato designato come patrimonio mondiale dell’UNESCO. La gola è lunga 30 miglia e profonda 295 piedi. I depositi esposti ai suoi lati sono datati fino a 2,1 milioni di anni. Fossili provenienti da più di 60 ominidi, una categoria che include i nostri antenati, sono stati trovati lì. Gli scienziati hanno continuato a lavorare lì oltre le carriere (e la durata della vita) dei Leakeys, raccogliendo prove per ricostruire un quadro di ciò che la vita sembrava 1,8 milioni di anni fa. Alcuni di questi risultati sono stati pubblicati di recente negli Atti della National Academy of Sciences.
Le prove suggeriscono che gli ominidi che vivevano lì gareggiavano con carnivori come leoni, leopardi e iene. Sulla base dell’alta concentrazione di ossa trovate nel sito, il team PNAS pensa che questi primati abbiano ottenuto carcasse altrove e poi mangiato nei boschi, dove erano più sicuri. Gli animali che mangiavano includevano giraffe, elefanti, gnu e i veloci corridori della famiglia delle antilopi.
Altri studi hanno dimostrato che tra i manufatti di animali antichi a Olduvai Gorge ci sono i fossili di quelli che si pensa siano gli asini più antichi del mondo. “I membri del sottogenere Asinus sono solitamente diagnosticati dalle loro piccole dimensioni e dai caratteri dentali”, osserva l’autore, ma le origini di queste creature rimangono sconosciute. I ricercatori hanno anche incontrato fossili di quattro specie di tartarughe nella gola, suggerendo che gli ominidi foraggiavano questi animali sulle rive paludose dei laghi vicini.
Non sono solo i resti di ominidi che possono raccontarci le vite e i tempi di quel tempo molto tempo fa. La ricca documentazione fossile di Olduvai ha rivelato scoperte notevoli. Nuove scoperte e ricerche su reperti più antichi suggeriscono che continua ad essere un luogo in cui si dipana la storia dell’evoluzione.